Nel gorgo dei misteri argentini degli Anni’90
La seconda stagione di Ìosi,el espìa arrepentido non solo conferma ciò che avevamo scritto l’anno scorso a proposito della prima-il link è questo Iosi, una serie Prime che vale quanto un film per rileggere un punto oscuro della storia argentina– ma riesce persino a migliorarla. Impresa non facile da parte di Daniel Burman e Sebastian Borensztein che hanno portato sullo schermo il libro inchiesta di Miriam Lewin e Horacio Lutsky sulle rivelazioni di un agente segreto infiltrato nella comunità israelita di Buenos Aires tra la fine degli Anni’80 e gli Anni ’90. La prima serie, uscita nel 2022, si concludeva con le immagini dell’attentato all’ambasciata israeliana del 17 marzo 1992 che uccise 30 persone e ne ferì oltre 300, secondo le stime dell’epoca. Questa prosegue la narrazione per arrivare al 18 luglio 1994 con il secondo deflagrante attentato all’AMIA (Associazione Mutualistica Israelitica Argentina) sempre a Buenos Aires: i morti furono 85, oltre 300 il numero di feriti. Dietro a tutto ciò una serie di misteri, depistaggi, indagini insabbiate, intercettazioni scomparse e un misterioso suicidio(omicidio) postumo, nel gennaio del 2014, del giudice istruttore Alberto Nisman che seguendo varie piste aveva dapprima scoperto il coinvolgimento di Hezbollah irianiani e dopo sospettato l’allora governo di Cristina Kirchner di avere cercato nel gennaio 2013 un accordo di scambio commerciale con Teheran dando in cambio l’impunità ai potenziali burattinai della strage che il giudice voleva chiamare sul banco degli imputati(https://moked.it/blog/2017/12/27/procuratore-nisman-fu-ucciso-largentina-chiede-giustizia/). Questa versione venne poi smentita con un ribaltamento di fronte: il giudice sarebbe stato ingannato da false informazioni dei servizi segreti Usa e israeliani per aumentare la tensione in Medio Oriente. Iosi 2 si muove dunque in un contesto molto complesso, un buco nero pari a quello dei desaparecidos e, purtroppo, di drammatica attualità in cui la verità non esiste e non è mai venuta a galla. Materia affascinante per un libro inchiesta e una serie televisiva.
I mille volti di José Pérez
Nelle otto puntate della seconda stagione Iosi, nome ebraico di José Pérez, vive una situazione ancora più complessa di quanto non fosse nella prima. È un agente bruciato e poi recuperato con la novità che lavora sia per i servizi segreti argentini sia per il Mossad. Continuerà a essere un traditore tradito a cui affidare il lavoro sporco e lasciarlo in balia del proprio destino quando non servirà più. Cambia però l’approccio di Iosi a ciò che lo circonda. Su questo fronte Burman e Borensztein evolvono il personaggio interpretato, in modo impeccabile, da Gustavo Bassani. Se nella stagione iniziale l’agente segreto vive tra sensi di colpa , rabbia e impotenza, quasi vittima delle circostanze, qui cerca di reagire alla ricerca di una verità che si fa sempre più intricata puntata dopo puntata. Iosi, pur sballottato da una parte all’altra, è in grado di scegliere, di rinunciare agli affetti, di accettare il proprio destino. Pur con le dovute differenze può ricordare il Malatrou di Mathieu Kassovitz in Le Bureau des Légendes, per me la miglior serie europea del genere spy story. Perché l’azione non è mai disgiunta dal lato umano dei tanti personaggi che incontriamo. Ognuno con le proprie ragioni, siano quelle supreme di Stato o quelle legate ai sentimenti o l’avidità e il desiderio di traffici illegali anche da parte di chi è tra i principali protagonisti della comunità ebraica argentina.
L’incursione dell’inchiesta giornalistica
La grande novità di Iosi 2 è, sotto forma romanzata, la nascita di come è nata l’inchiesta giornalistica che poi ha dato vita al libro di Lewin e Lutsky(https://www.youtube.com/watch?v=FDq1i-6ZbPg), il contatto dell’agente con una cronista scomoda, interpretata da Mercedes Morán, le minacce da lei ricevute, i ricatti, la connivenza dei media importanti con chi non voleva fare uscire le rivelazioni di Iosi. È chiaro che in tutte le otto puntate, dove i salti temporali sono ben definiti per mostrare il prima, durante e il dopo, produttore e regista abbiano proseguito nel cercare di unire il dato reale con la finzione. Viene quindi, come previsto, approfondita la relazione tra Iosi e l’affascinante Claudia di Natalia Oreiro e dovendo trattare di Mossad la produzione non ci ha pensato due volte nel coinvolgere due tra i protagonisti dell’israeliana Fauda, anche questa una delle migliori serie di sempre,trasmessa da Netflix, che spiega più di mille parole quello che sta accadendo tra Israele e Gaza. Itzik Cohen e Moran Rosenblatt sono personaggi non secondari, convincenti così come la ricostruzione del contesto in cui gestiscono le mosse del loro agente informatore, che deve cercare di scoprire se esiste un razzo argentino capace di trasporare testate nucleari a cui sono interessati Libia e Iran.
Bassani e la serie candidati agli Emmy Awards 2023
Iosi e Gustavo Bassani sono candidati agli Emmy 2023, segno che la serie ha raccolto consensi anche fuori dai confini argentini. Prosegue invece il mistero sui motivi per cui Prime Video si sia limitata a sottotitolare in italiano i dialoghi e non abbia pensato a un doppiaggio nella nostra lingua. È un appunto già mosso alla serie precedente o ad altre di notevole caratura come le due della messicana Un Exrano Enemigo- Un Extrano Enemigo:è superlativa la prima serie e la seconda non delude– che le renderebbe più appetibili a un pubblico meno abituato alla lingua originale. Resta il fatto che Iosi 2 per la sua forza, la sua scorrevolezza narrativa, riesce a ipnotizzare lo spettatore anche così. Senza inutili orpelli o compiacimenti Burman e Borensztein rendono ancora più fruibile il racconto, giungendo a una logica conclusione della vicenda. Sulla scia di altri finali, si pensi a quello di Argentina 1985 –Argentina 1985: la storia del processo alla dittatura trattata seguendo la lezione del cinema spettacolo-,riprendono nel prefinale spezzoni di filmati d’epoca e di alcune fasi di processi senza colpevoli riguardanti gli attentati. << Giustizia, perseguirai la giustizia>>. Iosi 2si chiude così. Con un senso di sfiducia radicale e la certezza di avere affondata la lama in una ferita che gli ebrei argentini non potranno mai più rimarginare.