Madrid, 11 marzo 2004: una serie tv Prime e un film Netflix per raccontare tragedia e manipolazioni

Due inchieste ben realizzate

L’11 Marzo 2004 a Madrid quattro treni regionali esplosero in quattro diverse stazioni della città provocando 192 morti e oltre 2000 persone gravemente lesionate. È una ferita ancora non rimarginata in Spagna e in Europa che sia Amazon Prime sia Netflix hanno voluto ricordare attraverso una ottima serie tv la prima e un docufilm la seconda. Entrambi sono documenti importanti per riuscire a comprendere l’esegesi dell’atto terroristico e la manipolazione politica nei confronti del mondo dell’informazione perpetrata all’indomani del terrificante giorno di sangue spagnolo.

El Desafio:11M è una perfetta ricostruzione giornalistica

El Desafio, in italiano La Sfida, dopo avere esaminato nel 2020 la tragica stagione dell’Eta-ne ho scritto nelle recensioni brevi su questo blog- affronta la strage dell’11 marzo con lo stesso metodo giornalistico: nessuna voce fuori campo ma spazio a un continuo contradditorio tra i protagonisti di quelle giornate. Tra di loro gli esponenti del mondo politico di allora messi a confronto con gli investigatori dei servizi segreti, i militari, i poliziotti, gli analisti, i magistrati e i giornalisti che si occuparono del caso. In quattro puntate viene realizzata una perfetta ricostruzione del prima e del dopo l’attentato con largo uso di materiale di repertorio, toccanti testimonianze e appunto il coinvolgimento dei protagonisti, ancora oggi divisi nell’interpretazione degli eventi. Come è noto subito dopo gli attentati il governo in carica, guidato dai popolari, non esitò a indicare, senza alcuna prova specifica, nell’Eta il responsabile della strage. Il tutto per influenzare a proprio vantaggio il risultato delle elezioni che si sarebbero tenute tre giorni dopo. El Desafio segue passo dopo passo su un doppio binario, politico e investigativo, la costruzione di quel castello di carta e la sua seguente distruzione. Non manca proprio nulla, il senso della tragedia proviene dai fatti, non da tesi precostituite. Il regista Carlos Agullò riesce a penetrare nelle numerose zone d’ombra della vicenda con logica e precisione: ascolta chiunque dando ad ognuno la stessa rilevanza, non importa sia l’ex primo ministro Aznar o qualche sconosciuto confidente della polizia che in piccola parte permise di capire quanto falsa fu la pista indicata dal governo. Anche la spiegazione dell’indagine su come si arrivò a scoprire la cellula islamista alla base dell’attentato è articolata e documentata.

11M:gli attentati di Madrid di Netflix è più di superficie

11 M:Gli Attentati di Madrid di Netflix, curato dal regista Jose Gomez, è più descrittivo e meno approfondito. Molte testimonianze vengono affidate a giornalisti stranieri che seguirono il caso e le varie tappe delle indagini sono più accennate che documentate con interviste, filmati e prove come accade invece nella serie Prime. Piuttosto la visione è utile perché Gomez si interroga su chi si celava dietro l’attentato. Chi sia stato in sostanza il vero regista della strage madrilena. E grazie appunto all’internazionalità della sua produzione riesce a indicare nel terrorista Amer Azizi, ucciso dalla CIA in Pakistan nel 2005, la mente dell’operazione, cosa che invece El Desafio non tratta.

Entrambe da vedere per capire come si può alterare la realtà

Il CONSIGLIO è che entrambi i docufilm meritino una visione: tra i due El Desafio di Prime offre maggiori spunti di riflessione ma esiste comunque del buono anche in quello di Netflix. Ambedue hanno un filo rosso comune: raccontano come è stato possibile alterare i fatti e manipolare il mondo dei principali media spagnoli attraverso la pressione politica. Un’intervista in esclusiva al presidente Usa George Bush in cui veniva adombrato il sospetto che la strage fosse ascrivibile a una cellula islamista di Al Qaeda e non all’Eta non fu mandata in onda per probabile pressione del governo Aznar, che in El Desafio nega la responsabilità, così come la sollevazione di piazza del 13 marzo, in teoria il giorno del silenzio che precedeva le elezioni, sembra sia stata organizzata dall’opposizione socialista che poi il giorno dopo trionfò andando al governo con Zapatero. Giochi sopra la testa delle vere vittime:i 192 morti negli attentati, i feriti e i loro parenti. Documenti perfetti per comprendere cosa sono e come nascono quelle che oggi si chiamano fake news.

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