La TV dei freaks

E’vero, leggendo le dichiarazioni di Enrico Mentana sul caso Azouz mi sono inalberato. Credo però di essere stato in buona compagnia: conosco un sacco di gente che ha problemi di lavoro, gente di grande valore che mettiamo si ritrova a spasso solo perché non ha mai partecipato alle allegre libagioni dei salotti o ha sbagliato opzione o semplicemente ha dovuto farsi da parte per dare via libera a schiere di giovanotti tesseremuniti (di partito) o raccomandazioni varie (nel caso del giornalismo quasi una prassi). Sapere che c’è in giro parecchia qualità che non riesce a trovare un lavoro degno della propria esperienza e cultura e leggere un ex direttore prestigioso che sembra quasi difendere Azouz non può non fare riflettere. Mentana cerca l’audience, Vespa cerca l’audience, tutti cercano numeri possibilmente a sei zeri per incrementare il fatturato pubblicitario della televisione di appartenenza. Non c’è nulla di male fino a quando, però, non si sconfina, non si deborda. Negli ultimi anni e mesi questo è successo. Talk show come Matrix o Porta a Porta hanno immolato la loro gradevolezza e intelligenza in nome di una falsa richiesta dell’opinione pubblica, senza pensare che l’opinione pubblica non fa televisione, non vi partecipa, ha solo l’opportunità – come faccio spesso- di cambiare canale o, nella maggioranza dei casi, spegnere l’apparecchio. La regola è sempre quella: mostrare i nuovi freaks della società, costruirli, muoverli sotto le luci artificiali di uno studio e dare loro una dignità, un decoro che è fuori dall’umano, fuori da ogni buon senso, da ogni razionalità. Sono immagini riflesse che non esistono al di fuori dello schermo ma che vengono spacciate e giustificate come modelli esistenziali. Così le allegre bande dei Mora, dei Corona hanno preso possesso di tutto ciò che è inutile, futile, volgare, cafone. Spazzatura intellettuale che di per sè stessa non fa male fino a quando non si vuole imporre. Certe trasmissioni lo fanno, travestendo di rispettabilità ciò che rispettabile non è. Freaks è un vecchissimo film << maledetto >> di Tod Browning. Un film osteggiato dalla censura, mostrato a sprazzi, che solo ultimamente è riuscito ad arrivare al grande pubblico (si trova addirittura da Blockbuster) . Ma quesi freaks, quei mostri, avevano spessore ben diverso da quelli che in Italia ci propinano: erano << diversi >> e riuniti assieme solo per via della loro parvenza fisica, personaggi di un circo che nonostante la loro << mostruosità >> esteriore provavano le stesse sensazioni, emozioni, di ogni essere umano proprio perché i più umani dell’universo. Oggi quei << mostri >> non esistono più. I loro sostituti sono scatole vuote, piene di quell’assenza che è la tv, quasi essa stessa si fosse trasformata in Tonio Kroeger: << io che spesso sono stanco morto di rappresentare l’umano senza far parte dell’umano….>>. Il guaio è che il medium inumano, la tv, l’umano del terzo millennio non vuole nemmeno rappresentarlo. Ed è questo il suo limite, il suo peccato e, probabilmente, la sua fine.

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