Il bullismo come fotografia di una nazione
IL BULLISMO, le sue derive, le sue conseguenze occupano spesso un posto importante nelle riflessioni degli autori orientali. È un tema caldo che se sfruttato con sapienza permette di mettere in luce non solo il fenomeno stesso quanto la crudeltà sociale da cui nasce e che lo alimenta. Ogni regista, poi, s’incammina per la strada preferita. Tetsuya Nakashima, prendendo spunto da Delitto e Castigo-si può ancora leggere o è vietato?- fece una straordinaria fotografia del Giappone contemporaneo con Confessions-https://guidoschittone.com/cosi-nakajima-punisce-il-giappone-dei-giovani/– e prima di lui altri ancora. Nello stesso anno in cui Better Days trionfò al Feff22-qui una panoramica di alcuni film meritevoli di quella edizione https://guidoschittone.com/feff22-in-breve/-e nello stesso festival friuliano, la cinese Layla Xhuqing Ji stupì per la forza e la drammaticità di una delle migliori opere mai distribuite in Italia-https://guidoschittone.com/victimseccelsa-opera-prima-sul-bullismo-ma-non-solo/– dove partendo da un episodio di bullismo si inoltrava in una riflessione molto profonda sulle figure delle vittime che spesso sono le carnefici di loro stesse a causa della situazione sociale della Repubblica popolare. Per non subire tagli di censura la regista preferì girare il proprio film in Malaysia. Anche Better Days è un’ opera educatamente ostacolata dal regime cinese che ne impedì dapprima la presenza al festival di Berlino del 2019 e che poi, con l’aggiunta di un postfinale esplicativo sui titoli di coda, lo candidò agli Oscar 2021 sull’onda del successo avuto in patria e quindi impossibile da bloccare.
La scuola contenitore di una società asfissiata
Derek Tsang, noto in Occidente per Soul Mates, prende spunto dalla storia vera narrata nel romanzo di Jiu Yuexi << In His Youth, in Her Beauty >> per addentrarsi nel tessuto sociale della Cina contemporanea dove la scuola è il laboratorio ideale per creare in modo rigido la selezione sociale del domani, e fin qui non è cosa nuova, e allo stesso tempo contenitore di tutte le frustrazioni che il privato di ogni studente si porta dentro.Ognuno di essi, infatti, ha un conto da pagare all’ansia di competitività imposta dalle istituzioni e da un sistema che porta le famiglie a disgregarsi e a rendere in definitiva orfani di ideali i propri figli. La violenza, diretta e indiretta- c’è un caso di omicidio-suicidio all’inizio del film- diventa un modo come un altro per sfuggire alla perdita di radici. L’incoscienza porta alla spietatezza e questa all’impunità. C’è un dialogo molto esplicativo nella prima parte del film in cui due poliziotti, un anziano e un giovane, che indagano si interrogano sui motivi della loro impotenza. Non solo: vanno oltre ponendo appunto l’accento su quanto sia complesso leggere il presente cinese. Voglio riproporlo integralmente. PA e PG per comodità stanno per poliziotto anziano e poliziotto giovane.
<< P.A: C’è una cosa che devi sapere. I casi di bullismo scolastico sono complicati. Senza prove dirette è impossibile aprire una procedura giudiziaria. E alla fine il caso passa al Ministero dell’Educazione.
P:G: Salteranno fuori dei testimoni.
P:A:Perché eri un bullo da piccolo?
P.G:Non lo ero
P:A:Allora, sei stato una vittima. Crescendo si impara a provare compassione. E si dimenticano le cose brutte.
P.G: Ma noi non arrivavamo a questi livelli
P.A.Ora succede spesso. Tempo fa mi capitò un caso, un gruppo di liceali aveva picchiato a morte un compagno. Dalle loro dichiarazioni capimmo che nessuno di loro credeva che si potesse uccidere a mani nude. Non credere che solo perché capitano a scuola, queste cose rimangano a scuola. Se parli con il preside ti dirà di andare dagli insegnanti. Se parli con gli insegnanti ti diranno di andare dai genitori. E i genitori ti diranno che lavorano a Shenzen e che vedono il loro figlio una volta all’anno>>.
Gli angeli perduti di Derek Tsang
È questo il contesto in cui Better Days prende vita. Diventa naturale che l’incontro tra una vittima consapevole e un teppistello da strada si trasformi ben presto in una storia d’amore in cui entrambi si immoleranno l’una per l’altro, scoprendo la prima la tragicità della violenza casuale e il secondo il senso di sacrificio per un’ideale finalmente ritrovato. Dietro di loro le solite storie di famiglie orientali inesistenti, la madre della ragazza è comunque all’opposto di quella ritratta nel magnifico Nessuno lo sa di Hirokazu Kore-eda, a dimostrazione che Derek Tsang sfrutti il bullismo come chiavistello per scoperchiare un mondo che altrimenti resterebbe celato. Con Better Days siamo a volte al confine con le tematiche trattate da Wong Kar-wai in Fallen Angels– una nota qui https://guidoschittone.com/perduti-nel-fascino-degli-angeli/-evolute più su una ulteriore riflessione sociale che sulla forma(anche perché fare meglio del Maestro credo sia impossibile).
Tra luci che cambiano e contrasti architettonici
Tematiche messe al passo con i tempi sul fronte dell’incomunicabilità, interrotta dall’ossessivo vibrare di telefoni cellulari, rotture di questi, rivelazioni e prove che appaiono sui monitor. Nel perdersi l’una nell’altro le figure di Cehn Nian, una espressiva Zhou Dongyu, e di Xiao Bei, la popstar Jackson Yee, trovano l’armonia del silenzio, primordiale forma di sopravvivenza in una città dove il chiasso, il rumore paiono appartenere solo alle manifestazioni pubbliche e alla propaganda. Derek Tsang alterna l’uso della luce passando dalla luminosità esasperata e accecante di ciò che la Cina mostra-la scuola, le manifestazioni- alla cupezza di una metropoli in cui tutto avviene sotto minacciosi ponti autostradali o palazzi diroccati e fatiscenti, dentro a baracche di sopravviventi che devono stare nell’ombra.
Il denaro convitato di pietra
Better Days è un film in cui il denaro è il convitato di pietra: l’agognato raggiungimento della migliore università nazionale serve per ripagare i debiti di famiglia così come ogni efferatezza è giustificata dal fatto che vengono prese di mira persone che a causa della loro povertà nulla potranno combinare nella vita. Logiche che riportano al punto di partenza e che appunto vanno oltre il bullismo in quanto tale. Derek Tsang mette in scena una raffinata denuncia che letta tra le immagini e i dialoghi fa di Better Days non solo un delicatissimo mélo che mantiene la tensione per tutti i 136’della sua durata ma qualcosa di ben più profondo. Lo avevo perduto al Feff22 per concomitanze professionali. È stato bello ritrovarlo nella piattaforma del Fareastfilm.