Una Zona senza eroi

cartel-la-zona.jpgRivelazione a Venezia , << La zona >> di Rodrigo Plà è un film a metà strada tra i racconti messicani di Guillermo Arriaga e << Il condominio >> di James Graham Ballard. Sintetico eppure non superficiale, veloce ma riflessivo, il cinema del giovane autore uruguagio non perde mai di vista lo scopo della narrazione. Non si compiace, non si perde in inutili virtuosismi, cosa che spesso inficia l’opera degli esordienti o dei giovani in generale. Al centro del racconto la protezione del ceto, dell’essere borghesi in quella terra di dissonanze, contraddizioni, contrasti sociali che è il Messico. Per questa ragione il quartiere residenziale << La Zona >> è circondato come un castello da un muro. E’il primo segnale tangibile di ciò che sta oltre di esso, favelas, violenza, corruzione, caos; è l’illusione del mondo perfetto, artificiale.Per metterlo in crisi basta poco: un temporale, il crollo di un cartellone pubblicitario, tre giovani balordi che si insinuano per compiere una rapina finita in tragedia. Al superstite daranno la caccia gli abitanti de << La zona >> organizzati come i condomini di Ballard. Un esercito di architetti, avvocati, medici, professionisti come un apparato in aperto contrasto con una società dove tutto è acquistabile, comprabile. Alla fine la sconfitta sarà generale. Eticamente si salverà solo uno dei figli degli << zonisti >>, l’unico a comprendere la bestialità degli uni e degli altri, lasciando lo spettatore con un timido ma allo stesso tempo crudo e disincantato messaggio di speranza. Il merito di Rodrigo Plà è quello di non percorrere la trama secondo tesi preconcette. Esistono le ragioni degli uni e degli altri, non c’è solo un colpevole, non c’è solo un innocente. Quasi che l’incrocio delle due terre di nessuno, il mondo esterno da un lato e il mondo da proteggere dall’altro, non siano che volti di una stessa, tragica medaglia: quella di una metropoli, presa a metafora di tutte le grandi città centro e sudamericane, dove violenza e perdono non hanno più alcun significato, dove comunque a perdere sono gli individui nel loro complesso. Plà ha disegnato un mondo senza eroi, superando il facile schematismo delle lotte di classe. Un’opera molto matura che si guarda d’un fiato. Che fa riflettere e che non è mai gratuita.

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