Per qualche stellina in più o in meno

41knpx6mqxl_aa280_.jpgAdoro Paolo Mereghetti: lo considero il critico-recensore più gradevole in Italia, fermo restando che tra critico e recensore esiste una sottillissima differenza che ho spiegato in un post su Paul Auster; per come scrive le cose, per come le spiega, per la chiarezza lontanissima da stereotipi troppo intellettuali, per come sa illustrare il concetto complicato rendendolo fruibile ai lettori Mereghetti è il fuoriclasse indiscusso del panorama italiano. E’ ottimo critico e un grande giornalista: sa fare un passo indietro rispetto alla propria competenza mettendo a disposizione di chiunque il proprio sapere. Detto questo non è che lo spettatore possa essere sempre d’accordo con lui. << Il Mereghetti >>, come volgarmente viene definito il suo corposo e qualitativamente utile dizionario cinematografico, contiene al proprio interno alcune valutazioni di singoli film che stridono se raffrontate con altre opere. Sempre per la serie chissenefrega, ho trovato eccessive le stroncature di due film, << Red Road >> di Andrea Arnold e << Alpha Dog >> di Nick Cassavetes che secondo me sono molto ben realizzati e interessanti. Ed eccessive, invece, la supervalutazione di altri, cito l’esempio di << Japanese Story >> dell’autrice Sue Brooks. Per curiosità, ripeto sono sempre scettico di fronte ai prodotti Indie o del Sundance, ho voluto vederlo ieri sera. Concordo con Mereghetti sulla qualità complessiva del film. Il regista è bravo perché agisce per sottrazione ( uso le stesse sue parole di commento) ed evita di trasformare una trama tutto sommato fragile in una sorta di romanzone strappalacrime. Incomunicabilità, diversità di culture sono tratteggiate molte bene. Per me che conosco l’Australia e che come i due protagonisti mi sono << impantanato >> nel deserto ben dopo Alice Springs ci sono addirittura delle scene autenticamente reali. La casa di Toni Collette è proprio la casa tipica degli australiani, potrei conoscerla a menadito. La mentalità è quella, l’atmosfera pure. Il film è più che buono e infatti il problema non è << Japanese Story >> ma << Alpha Dog >> e << Red Road >> disintegrati e altri ancora che avrebbero meritato maggior …comprensione. Tutto questo per dire che anche i critici, a volte – aggiungerei vivaddio- hanno i loro gusti e che alla fine le stellette o stelline valgono se prese con beneficio d’inventario.

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