E’vero Cronenberg è il migliore

b00004rcob02lzzzzzzz.jpgNegli States lo hanno definito il regista cinematografico più costante di questi ultimi anni. Credo che miglior definizione non possa esserci per David Cronenberg, nato outsider, cresciuto a tal punto da non sbagliare nessun film e, cosa non meno importante, raccogliendo consensi anche tra coloro i quali, almeno all’inizio della sua carriera, lo giudicavano alla stregua di un autore sperimentale.<< Eastern Promise >>, ovvero << La promessa dell’assassino >> è la cartina al tornasole della carriera del regista canadese. Il miglior film attualmente in proiezione nelle sale piace a tutti e non è un caso: è storia del cinema applicata alla modernità. Basta la prima scena, basta osservare i colori con i quali è tratteggiata Londra per farci tornare indietro nel tempo, rivedere inquadrature proprie di Hitchcock. In quella città lontanissima dai propri stereotipi, dove in sostanza non esiste mai la luce del giorno, dominata da un rosso cupo, si svolge la trama, anch’essa figlia di un passato cinematografico dei classici film di spie, di intrighi internazionali. E all’interno di essa Cronenberg dispensa adrenalina pura, azione, spettacolo, dispensa ironia nei momenti giusti di massima resa drammaturgica, si affida al suo ormai leggendario chiodo fisso del doppio e della ricerca della propria identità che lo accompagna fin dagli esordi. Il film è perfetto, non ha cadute di ritmo, non delude. Segno che Cronenberg ormai è maturo. Ha lasciato alle spalle certi compiacimenti formali ma non gli sperimentalismi, si è fatto concreto, ha iniziato quasi un nuovo cammino a partire dal film precedente << A History of violence >> che guarda caso aveva ottenuto successo al botteghino ma in parte deluso i suoi fan proprio per l’apparente<< normalità >> messa in scena da un regista << anormale >>, lontano dall’omologazione. Invece quel film – più originale di quest’ultimo perché meno legato all’ esegesi cinematografica pur ricordando da lontano uno dei capolavori di Eastwood << Gli spietati >> –  ha segnato la completa maturazione di un autore che fino ad oggi non ha sbagliato nessuna opera, centrando sempre il bersaglio. Cronenberg è uno dei pochi, per esempio, ad avere tradotto per immagini uno dei romanzi più complessi e difficili di James Graham Ballard, << Crash >>, non tradendone il senso.E’ stato anche uno dei primi a frequentare la mostruosità del singolo, il suo rapporto con la televisione – << Videodrome >>, o, sempre incentrato sulla ricerca dell’identità, imbastire una storia allucinante sui giochi di ruolo e i videogames – Existens- , creare attraverso l’orrore una riflessione sul doppio negli << Inseparabili >>, evoluzione di un altro grande suo film, << La mosca >>, o spingersi anche nell’horror puro e semplice. Insomma dalla sua prima opera, << Shivers >> tradotto come << Il demone sotto la pella >>, assistiamo a un cammino sempre vittorioso dove anche le opere più complesse, << Il pasto nudo >>, restano come film importanti. Tutti sanno il mio amore per David Lynch. Nessuno -rimando al blog precedente- si è spinto come l’autore americano nella ricerca, soprattutto dopo << Inland Empire >>. Ma in Lynch spesso la sperimentazione prevale sulla ragione. E’artista a tutto tondo, non limitato al cinema, a volte cade perché abbandona il pragmatismo per seguire l’istinto. Cronenberg, invece, vive di riflessione e di raziocinio. E’più misurato nella propria splendida, magica follia.

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