<< My blueberry nigths >> ha un antenato. S’intitola << Hong Kong Express >> ed è uno dei primi film di Wong kar-wai, datato 1994. Le radici del << Bacio romantico >> – titolo assurdo voluto dai balzani traduttori italiani- risiedono proprio all’interno di quella pellicola dove l’allora sconosciuto regista di Shangai ma residente a Hong Kong mostrava con prepotenza le tematiche che avrebbe evoluto nei suoi lavori successivi. In << Hong Kong Express >> il tempo è la cifra dell’impossibilità sentimentale. Le sue congiure riempiono lo spazio, la gente non si accorge di essere amata perché imprigionata nel ricordo di altri e gli incontri vengono determinati dal caso. Film molto europeo e francese << Hong Kong Express >> ha addirittura riprese e montaggio assai simili a << My blueberry nights >> ed è interessante perché come accade agli scrittori anche i registi tutto sommato girano attorno sempre alle stesse problematiche, a trame che rimandano l’una all’altra. << My blueberry nights >>, completato nel 2007 poco prima dell’apertura del festival di Cannes, sta a << Hong Kong Express >> come << 2046 >> sta a << In the mood for love >>. I secondi osservano i primi, ne rappresentano la naturale evoluzione persino di trama. Le chiavi del film del 1994 aumentano in quello del 2007, le gambe delle donne di Hong Kong, siano esse stesse bariste, spacciatrici deluse, solcano l’asfalto nello stesso identico modo con il quale Norah Jones, Rachel Weisz e Natalie Portman camminano negli Usa. Quasi che Wong kar-wai ci volesse dire che nulla cambia e nulla si evolve nel corso della vita. Ed anche qui , in << Hong Kong Express >> c’è un finale ambiguo, quasi doppio, un improvviso ritrovarsi attraverso la forza del ricordo che è presenza di assenze ingombranti nel momento in cui il destino non ci consegna altro che la rassegnazione amorosa. Ironico, montato spesso a ritmo di videoclip, con alcune raffinatezze stilistiche che poi si rivedranno nei lavori successivi e che hanno creato la fama del regista nel mondo, << Hong Kong Express >> merita di essere rivisto proprio per confrontarlo con << My blueberry nigths >>. Qualcuno potrebbe esclamare che è quasi uguale. Non è propriamente così. E’più giovanilistico, più leggero ancora, con alcune chicche: la versione cinese, per esempio, di una hit dei Cranberries che ne accompagna il secondo episodio – un giovanissimo Toni Leung protagonista -, una ripresa dei grattacieli da storia del cinema quasi a sembrare che si tocchino, e l’acqua che la fa da padrona, il liquido sul quale le nostre vite sembrano scivolare per essere mostrate come in << 2046 >>, dove << i ricordi sono sempre bagnati di lacrime >>. Insomma << My blueberry nights >> se i distributori italiani fossero stati un poco più attenti avrebbe potuto intitolarsi << Usa Express >>.