Scimeca ha ragione ma…sbaglia

Di Pasquale Scimeca non ho mai visto nulla. Mi dicono che il suo film << Rosso Malpelo >> sia bellissimo, commovente, ragion per cui mi affretterò a vederlo, così come mi riprometto di trovare- se ci sono ancora copie in giro- la pellicola con la quale vinse un Globo d’oro nel 1993, << Il giorno di San Sebastiano >> e il più noto << Placido Rizzotto >>. Insomma di Scimeca regista non conosco nulla. Se non le sue parole che sono pesantissime nei confronti della distribuzione cinematografica. In sostanza Scimeca dice che il 97 per cento del cinema italiano è nelle mani di sei distributori, alcuni dei quali posseggono persino le sale. E’il problema che sul mio blog precedente avevo sollevato a proposito della crisi produttiva del cinema italiano. Scimeca ha ragione a lanciare il suo j’accuse. Il suo film merita spazio e copie in giro per la penisola ed è chiaro che un film senza distribuzione perde tutta la potenzialità commerciale che, tra parentesi, verrà devoluta a favore di mille bimbi boliviani che lavorano in miniera. Semplicemente non si vede. Dove Scimeca sbaglia è nel lancio della provocazione su ciò che si produce in Italia. Dice in sostanza l’autore che a parte Olmi e pochi altri, da noi non si fa cinema al di fuori delle cose giovanilistiche alla Moccia, per intenderci, e ad altre amenità del genere. Non è propriamente così: qualcosa anche da noi esiste, è concreto, si vede. Casi come quello di Angelini con il suo splendido << L’aria salata >>, di Calopresti, del mai troppo citato Sorrentino, di Costanzo e di altri dimostrano che in Italia la cosidetta << nouvelle vague >> vive ed è capace di regalarci film importanti, forse piccoli come budget, ma all’altezza se non superiori a quelli esteri. Certo si tratta sempre di nicchia appena << sdoganata >>, dietro la quale ne esiste un’altra di probabile grande valore che non riesce nemmeno a mettere il naso nelle case di produzione e, se va bene ovvero a film ultimato, in quelle che dovrebbero distribuire il materiale. Scimeca ha ragione a prendersela con questo sistema sballato e sbagliato, il suo errore è prendersela con i colleghi. Perchè se è vero che non tutti possono chiamarsi Olmi è altrettanto vero che gente che sa fare film e anche scriverli da noi c’è e sta crescendo.

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