I Guardoni: provocazione di un lettore

prima_di_copertina-28.jpg<< I Guardoni >> è il mio primo libro, il mio primo romanzo. I blog servono anche per autopromuoversi, autoincensarsi. E’una forma di narcisismo, sottile oppure fastidiosa, dipende dai tipi che si incontrano, dal loro ego. Credo di non aver mai sfruttato le mie pagine per dire che sono bello, bravo, fico, troppo magro, troppo grasso. Non lo farò adesso perché << I Guardoni >>, avverto, è un libro di un dilettante per di più senza editing alle spalle o editor a riscrivere. Ho pubblicato un blog per mettere a parte chi mi conosce e chi non mi conosce – non nego che anche questo sia narcisismo- delle mie grandi passioni: il cinema e la letteratura. In genere analizzo film e libri seguendo il mio gusto personale. La soddisfazione giunge spesso da chi mi legge perché molti ascoltano i consigli e ne restano soddisfatti. Ho capito- tardi- di avere lasciato parecchio alle spalle: avrei potuto diventare un critico o un recensore invece che un giornalista specializzato in cose che fanno brum brum o nel dire parole di fronte a un microfono. E mi piacerebbe riprendere daccapo perché non ho i tiramenti di chi si sente arrivato – sono sempre fermo alla linea di partenza in ogni cosa che faccio- e ho bisogno di aria fresca tra i capelli. Così ora ho questo libro in mano. Mi accorgo di averlo scritto io, ne vedo i difetti- parecchi-, non nascondo nemmeno qualche pregio, soprattutto nella seconda parte. L’ho scritto qualche anno fa: era il 2004 e nel 2005 avrebbe dovuto essere pubblicato. Poi l’editore fallì, mi ritrovai con questa cosa tra le mani, la modificai, rendendola più snella. Dopo averla vista flutturare tra varie case editrici, ora è nata un po’per caso ed è viva. Oppure è morta, nel senso che quando un libro prende forma ho sempre l’impressione che si tratti di un capitolo chiuso, di un qualcosa che non appartiene più a chi lo ha scritto. Forse, sotto forma di metafora, queste cose le ho scritte proprio nel mio libro senza sapere che sarebbe stato così anche nella realtà delle mie sensazioni.<< I Guardoni >>, edizioni Narrativa March, distribuito da Casadeilibri, non è nato per crearmi pubblicità. Penso che potrebbe persino danneggiarmi, potrebbe offrire un’immagine di Guido Schittone – il lettore inconsapevole spesso confonde l’io narrante con l’autore- agli antipodi di quella che molti si sono fatti a causa della professione o del rapporto interpersonale non approfondito. E’ un libro fuori dalle mode, fuori dai generi, fuori dall’eccessiva omologazione che ormai si richiede anche in questo settore. Ho voluto sottotitolarlo << romanzetto >> proprio per rispetto ai romanzi autentici, quelli che amo leggere e commentare, che, stranamente, sono sempre oggetto di discussioni feroci tra i critici – le clamorose stroncature italiane a << Le Benevole >> il romanzo più importante degli ultimi vent’anni, mi appaiono telecomandate, prefabbricate, di autentica mala fede – o di indifferenza radicale, vedasi l’ultimo e magnifico libro di Tullio Avoledo, il nostro scrittore di più ampio respiro internazionale (ma quando lo capiranno i suoi editori?).Ecco: amo nella vita come nella letteratura i cani sciolti, coloro che non appartengono ai quartierini. Che brillano perché il loro io splende. Il mio protagonista, Ugo Tosi, è un lupo isolato che comunque conosce le regole del gioco e scrivendo un libro pornografico di bassa qualità riesce a imporlo sul mercato, dal quale verrà escluso nel momento in cui cercherà di pubblicare un romanzo serio. Fin qui nulla di nuovo. Forse non c’è nemmeno nulla di nuovo ne << I Guardoni >>, dove si parla di amicizia, di pseudonimi, di doppi, di amori, di donne strampalate e dai nomi improbabili, di disperazione sotto forma di ironia. C’è, alla base, lo scoramento di un uomo qualunque nell’osservare come scorre la vita da queste parti; c’è il piacere e il divertimento dello scrivere con leggerezza , senza inutili intellettualismi, c’è il rispetto e l’ammirazione per chi scrivere lo sa fare per davvero. E c’è un altro io, che sembro io, sono io ma non sono io. Ugo Tosi, la voce narrante, a questo punto, visto che è tutto fuorche fesso, mi incalzerebbe: << Con la scusa del blog ti sei pubblicato una leccata personale>>. E io risponderei come da un po’di tempo mi accade: << Chissenefrega >>.

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