<< I Guardoni >> edizioni Narrativa March, distribuzione Casadeilibri, uscita prevista dicembre 2008. Codice ISBN 978-88-903718-0-6
LA QUARTA DI COPERTINA
L’editore Bruno Algresti, presidente dell’Algoritmica Edizioni, pubblica nel 2046 uno scritto di Ugo Tosi dal titolo << Appunti dello scrittore mai nato >>, il racconto in presa diretta di come tra il 2003 e il 2005 venne lanciato il best seller pornografico << I Guardoni>>. Superbo e tagliente Ugo Tosi è uno scrittore senza qualità che crea l’inganno grazie all’abile strategia di marketing con la quale riesce a promuovere il proprio lavoro. Rifiutandosi di firmarlo, inventandosi uno pseudonimo, obbligando l’amico Bruno ad impersonare la parte dell’autore, Tosi si dimostra un perfetto regista dell’operazione. Ma il destino dello scrittore non sarà felice come quello de << I Guardoni>>: diviso tra il fantasma sentimentale di Claudia e la presenza della splendida maghrebina Salyou, Ugo Tosi si troverà a fare i conti con sé stesso proprio nel momento in cui con << La notte dei corvi>> cercherà di scrivere un autentico romanzo impegnato. Ironico, beffardo, con una vena di autentica comicità che sfiora il drammatico, volutamente volgare e metaletterario, << I Guardoni>> si trasforma a poco a poco in una amare e disincantata riflessione sulla quotidiana stupidità di inizio secolo.
PERSONAGGI PRINCIPALI
°Ugo Tosi:l’io narrante
°Bruno Algresti: editore e ex amico di Tosi. Colui che reciterà la parte dello scrittore
°Luigi Oteicro: editore di Tosi e massimo venditore di materiale pornografico in Europa
°Salyou: la donna maghrebina con il nome di un giocatore di calcio che ama Tosi
°Claudia: il fantasma sentimentale di Tosi
°Culetto Jazz: un’amica molto particolare di Tosi
°Nastassja Kinski:amante di Oteicro, camerierina in un bar alla moda
°Peter Buck: lo pseudonimo dell’autore de << I Guardoni>>
°Milù: una escort girl amante di Bruno
PERCHE’ ROMANZETTO
Ho troppo rispetto per i romanzi autentici per definire questa opera prima un romanzo. Considero questa forma letteraria la più completa e complessa, assieme a quella teatrale classica. C’è la necessità di procedere su un lungo percorso, disseminando qua e là gli elementi, avendo ben presente che una storia ha un inizio, una sua evoluzione e una conclusione. Lo scrittore, come dice Ugo Tosi, è << solo un volto che osserva i fallimenti travestendoli da storie. Racconti apparecchiati sistemando l’argenteria di famiglia su una tavola imbandita>>. Mi assumo il merito di vedere il libro con l’occhio critico di un terzo e romanzetto credo sia la definizione giusta, pretesa anche nel sottotitolo. Non è un disprezzo per il mio lavoro, tutt’altro. E’chiamare le cose con il loro nome. Di romanzetti sono piene le librerie. Il mio ha almeno il coraggio di presentarsi come tale. C’è poi il rimando metaletterario: all’interno del libro si parla di un romanzetto vero e proprio, la storia pornografica << I Guardoni>> che porterà l’allegra brigata coinvolta da Ugo Tosi al successo e alla successiva decadenza.
LO STILE
Diretto, nervoso, senza sconti. La lingua parlata, lo slang, si mischia a quella più propriamente letteraria. Il << volgare>> viene mitigato dal ricorso al <<colto>>. Si procede per costruzioni di immagini: la parola come vestito di visioni o di concetti. Si cerca di coinvolgere il lettore attraverso uno stile che incalza e non dà punti di riferimento. La forma, in apparenza semplice, nella realtà cela inganni e trabocchetti. L’uso della citazione << alta >> o << bassa >> è strampalato ma mai gratuito. La testualità può procurare apnea: è ciò che volevo per identificare il lettore nel personaggio dell’io narrante. L’assurdo, la non veridicità di alcune situazioni di trama, aiutano all’utilizzo dell’ironia, seminata a volte con il vetriolo altre con malinconica disperazione.
I PIANI DI LETTURA
Sono tre convergono fin dall’inizio: la corteccia è il racconto di come dal nulla si possa costruire un best seller privo di valore e di imporlo sul mercato. L’aspetto polemico, spesso molto duro nei confronti del mondo dei media è il grimaldello per parlare d’altro. Questo consente di incedere nella storia intersecandola con il privato diUgo Tosi, le sue ossessioni, i suoi dubbi, la profonda amarezza travestita da superbia. L’io narrante diventa quindi una << cinepresa umana >>, che distorce l’apparenza per arrivare alla sostanza. C’è la disperazione della mancata corrispondenza dei valori di una generazione in difficoltà e in crisi al cospetto dei disvalori contemporanei. La terza è una riflessione sulla scrittura, sulla folle dicotomia tra artista e uomo. Ciò che è percepito, ciò che è. Questo avviene soprattutto scavando nel rapporto tra Tosi e Salyou, la donna che lo ama ma che in realtà non riesce mai a sentirlo suo.