Dal bullismo alla crisi di un sistema
About Luis dell’italiana trapiantata in Germania Lucia Chiarla è un film molto interessante che avrebbe potuto scadere nella tesi aprioristica e giocare molto con gli stereotipi. Invece è una piacevole sorpresa perché partendo dal bullismo vero o presunto subìto dal figlio di una coppia, allarga il campo per affrontare una sorta di problematica generale-ma non superficiale-che investe il nostro contemporaneo. Lo fa attraverso un soggetto, tratto dall’opera teatrale El pequeno poni dell’andaluso Paco Bezerra, che trova la propria dinamicità in una sceneggiatura precisa e allo stesso tempo vivace, che non annoia, che crea tensione e che regge il ritmo fino alla conclusione.
La tensione scorre nel taxi
Lui è un tassista che fa il turno di notte; lei un architetto.Il loro piccolo sembra essere vessato dai compagni di classe perché va a scuola con uno zainetto differente, colorato, con un grande unicorno dipinto. Così nel tranquillo tran tran di una coppia qualunque, alle prese con i problemi classici del quotidiano, si inseriscono minacciose le voci telefoniche degli insegnanti e del preside della scuola per i quali il ragazzino è reo di essere al di fuori dello spirito di comunità. Le tensioni aumentano, scorrono all’interno del taxi, nei fugaci incontri tra moglie e marito che si accorgono di quanto sia ingannevole la loro visione del mondo esterno. About Luis, film che unisce la tradizione on the road con quella da camera, si trasforma in poco tempo in una sorta di noir dove, come da prammatica, deflagrano le contraddizioni, il non detto, le insinuazioni, il senso di ingiustizia. Soprattutto esplode la crisi generale di un sistema in cui tutto viene filtrato e nessuno sembra essere in grado di assumersi le proprie responsabilità.È come essere entrati in un circolo vizioso che dal pubblico affonda nel privato e viceversa.
Il rovescio della medaglia di Armand
Tralasciando i numerosi esempi di film girati in taxi, About Luis può essere messo in relazione con Armand del norvegese Halfdan Ullmann Tøndel, di cui ho scritto qui (Armand, un film interessante e imperfetto che merita un pensiero) perché anche in quel caso da episodi, non provati, di bullismo si arrivava a penetrare nelle contraddizioni della società norvegese e del privato dei protagonisti, Solo che a differenza di quell’opera, About Luis affronta di petto e senza metafore o suggestioni bergmaniane molte più problematiche -anche professionali, vedasi l’arrivo di una sorta di Uber tedesco a far saltare la sicurezza economica del tassista-senza scadere nell’ovvio. È un film che non si guarda allo specchio ma preferisce procedere spedito confrontando i punti di vista, scoperchiando ipocrisie, senso di inadeguatezza. Il tutto con una visione lucidissima dell’istituzione famiglia alle prese con il mondo esterno. Un’opera realistica in cui i due protagonisti, Natalia Christina Rudziewicz e l’ottimo Max Riemelt, visto ne Le Assaggiatrici di Silvio Soldini. sono molto credibili e incisivi nelle rispettive parti. Ovvero bravissimi, senza troppi birignao.