Se De Palma fa Ballard

redacted.jpg<< Redacted>> è un film importante. Una pietra miliare firmata da Brian De Palma nel 2007 che in pochi hanno potuto vedere sullo schermo, causa mancata distribuzione, e che ora è giunto, dopo qualche passaggio televisivo su Sky, nelle cineteche in formato digitale. Parliamo di pietra miliare perché il film applica alla lettera uno degli assunti ballardiani, esplicati in quel capolavoro che era ed è << La mostra delle atrocità>>.De Palma non ha girato solo un film di guerra sulla guerra in Iraq. Non si è limitato ad offrire allo spettatore l’orrore che preme su ogni protagonista di << Redacted>> fin dai primi secondi dell’opera. Non ha cercato di operare sulla trama, imbastendo una storia con un inizio, uno svolgimento, una fine. Ha fatto di più. Ha girato un film fingendo di utilizzare materiale visivo originale, tratto da telegiornali, da reportage, da soggettive riprese dai soldati americani. Ha in definitiva preso lo spunto della guerra per parlarci dei media, di come la realtà può essere manipolata. In questo campionario dove tutto è finzione spunta quindi la realtà. Scriveva Ballard nel commento al capitolo << Misura Effettiva>> della versione critica pubblicata nel 1990 e tradotta da Antonio Caronia nel 2001 per l’Universale Economica Feltrinelli: << I falsi cinegiornali di guerra ( e in qualche misura tutti i filmati di guerra sono falsi, girati in genere durante le manovre) mi hanno sempre intrigato. La mia versione di Platoon, di Full Metal Jacket o Niente di nuovo sul fronte occidentale, sarebbe un montaggio di telegiornali, falso, ma così accurato che il pubblico si convicerebbe che è vero, pur continuando ad avere il dubbio che possa essere del tutto inventato. Il grande esponente del neorealismo italiano Roberto Rossellini, andò molto vicino a un risultato del genere con Roma città aperta e Paisà>>. Questo ha scritto Ballard a proposito del suo capolavoro del 1970. A distanza di trentasette anni, De Palma ha materializzato l’idea ballardiana. << Redacted>> può anche essere visto come un film politico: lo è ma non come uppercut diretto al volto degli Usa, almeno io non l’ho inteso in questo modo. Come per << Apocalypse Now>> è l’orrore psicologico prima ancora che fisico, è l’oppressione mentale, la paura dell’altro sconosciuto, del nemico invisibile a minare la psiche, il controllo dei soldati. C’è naturalmente il rimando al Vietnam, al rivivere situazioni rimaste nell’angoscia collettiva di una nazione. E’un film molto bello, breve, intelligente. Mai gratuito, mai scontato. Una lezione di no fiction all’interno della finzione.

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