Professori del cattivo esempio

A proposito della querelle che antepone sessanta docenti della << La Sapienza >> alla visita del Papa in occasione dell’apertura dell’anno accademico mi domando i motivi per i quali spesso e volentieri una classe che si autoproclama intellettuale non riesca a vedere nel proprio comportamento il senso del ridicolo e, aggiungo, la mancanza di vergogna. La questione non è nell’essere laici o credenti, nel vivere su sponde che spesso, soprattutto in materia scientifica, possono contrapporsi e arrivare a conclusioni differenti. In questa lettera di protesta c’è un vizio pericoloso che è una costante della casta intellettuale italiana, forgiatasi all’indomani del ’68 e del ’77: il dispostismo al contrario, il rifiuto dell’altro, l’assolutismo intransigente laddove, proprio perché di natura intellettuale e quindi frutto della ragione e della pragmatica, dovrebbe fiorire quella fantastica opportunità che è il dialogo su rive diverse. Quello che fa crescere, che fa arricchire. Non mi dilungo sui motivi che hanno portato a questo: basta leggere i quotidiani e i commenti. Ma esprimo la preoccupazione per questo modo di affrontare i problemi della serie << o con noi o contro di noi >>. Non nego che questo Papa sia scomodo: lo è perché ha un valore intellettuale e culturale superiore ai suoi predecessori. E’ uno che giustamente non si ferma, non rinuncia a esprimere le proprie idee. Da laico dico che è un Papa che ammiro, che non è mai banale, che permette a chiunque di crescere riflettendo su molte questioni. Un contraltare ideale per questi professoroni che non hanno nemmeno la creanza del rispetto. E’il tarlo di un ceto cresciuto spesso grazie all’aiuto degli schieramenti politici di appartenenza, guarda caso tutti di una parte precisa. Non so cosa pensi Veltroni della lettera. Molti di questi fanno parte del suo nuovo partito o comunque sono vicini a certe posizioni. Non gli stanno rendendo un gran favore. Credo sia in profondo imbarazzo. Sono gli stessi che quando il Papa ha parlato di degrado romano – vivere a Roma per verificare- hanno gridato << al lupo al lupo >>, sono purtroppo gli stessi che dovrebbero istruire e far crescere le generazioni future. Mi ricordano certi bolognesi con milioni di euro in banca che agitano i loro pugni chiusi su ogni minima questione e se per caso gli si fa presente che forse sbagliano ti rispondono: << io sono di sinistra e se lo dice la sinistra faccio cose di sinistra >>, salvo poi vivere nel più bieco borghesismo di ritorno. E io che sono borghese ma non di sinistra, non di destra, non di centro, che ho il terrore delle ideologie e degli ideologizzati posso solo turarmi il naso, finire in toilette ed espellere lo schifo che provo.

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